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06 aprile 2002
 
Perché una delle cose più belle e più brutte di questo mestiere è lo spazio libero concesso al rimuginio del cervello. Ci sono giorni in cui ti basta il 10-15% della tua limitata capacità mentale per andare avanti tranquillamente col lavoro. Un minimo di attenzione per non farsi male, un tantinello di accortezza per non combinare boiate, un pizzico d'ispirazione per fischiettare una canzone in tono e non occorre altro. Le mani ripetono gesti abituali, gli occhi controllano un minimo e l'hard-disk interiore gira senza controllo.
Puoi scandagliare la memoria alla ricerca della puntata 8587 della tua telenovela personalissima, inventare una bischerata per far ridere quello che ti lavora accanto, pensare a cosa scrivere nel blog, progettare un mondo nuovo e via e via e via. Questo se le cose stanno andando bene, altrimenti puoi torturarti per ore con i tuoi casini, in tutta comodità.
Può succedere che un pomeriggio di settembre sei sopra un'impalcatura e qualcuno si affaccia dalla finestra e ti dice un aereo è cascato sulle Torri Gemelle venite a vedere il telegiornale e tu scavalchi il davanzale e vedi sullo schermo della tv quella che credi una ricostruzione digitale e pensi cavolo come hanno fatto presto sembra proprio vera e gli altri nella stanza chiaccherano e non ti fanno capire nulla e poi vedi un altro aereo che s'infila nella seconda torre ed esplode e dici non è possibile e poi torni fuori a lavorare e gli altri dopo poco riprendono a chiaccherare dei fatti loro e le tue mani si muovono come al solito e le gambe seguono il ritmo e dentro la testa ti scoppia qualcosa che urla cosa sto facendo? COSA STO FACENDO?




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